20 Luglio 2015
MAFIA

Dall’abigeato al furto di materiali e prodotti per arrivare alla gestione dei mercati ortofrutticoli che determinano l’aumento spropositato al consumo del prezzo della frutta e verdura. Un quadro desolante che in Sicilia mortifica gli investimenti degli imprenditori agricoli. Lo afferma Coldiretti Sicilia che plaude all’operazione condotta dalla Dia in Campania, Lazio e Sicilia contro la gestione monopolistica di alcuni mercati ortofrutticoli operata dai clan Casalesi e Mallardo con quelli appartenenti a Cosa Nostra catanese, che ha portato al sequestro di beni per un valore di 100 milioni di euro.
Nell’Isola,  il business delle agromafie – sottolineano il presidente e il direttore, Alessandro Chiarelli e Prisco Lucio Sorbo – supera i 5 miliardi di euro,  un’alta percentuale del dato nazionale dove il giro d’affari nel 2014 è stato di 15,4 miliardi. La malavita  si è insediata in molti dei punti nevralgici del sistema agricolo regionale: dalla falsificazione delle tracce di provenienza dell’ortofrutta (come la falsificazione di etichettature in modo da spacciare prodotti del Nord-Africa per comunitari), all’imposizione del guardiania, al pagamento del pizzo anche con l’obbligo di assunzione di manodopera, al trasporto.

Per la Sicilia – aggiungono  - si tratta di una vera e propria piaga che non risparmia nessuna parte: dal ragusano all’agrigentino sono sempre di più le denunce e le segnalazioni. Una delle cause è lo spopolamento delle zone interne causato anche dalla dotazione infrastrutturale peggiorata ulteriormente a causa delle piogge dell’inverno scorso – concludono il presidente  e il direttore.