BASTA MORTADELLE FIGLIE DI NESSUNO
Basta prosciutti e mortadelle figli di nessuno. Oggi, con lo storico via libera all’etichetta con l’indicazione di provenienza su salami, mortadella, prosciutti e culatello si sostiene il vero Made in Italy e si maschera l’inganno della carne tedesca o olandese spacciata per italiana. Lo afferma Coldiretti Sicilia commentando la firma del decreto interministeriale all’Assemblea nazionale dell’Organizzazione a Roma con la partecipazione dei Ministri delle Politiche Agricole Teresa Bellanova e dello sviluppo economico Stefano Patuanelli.
Nell’Isola – rileva ancora Coldiretti Sicilia - secondo dati Istat del 2019, -sono stati allevati oltre 45 mila suini, un patrimonio che ora potrà trovare il giusto riconoscimento perché il brand Sicilia anche nelle carni trasformate, è sempre più sinonimo di qualità e di genuinità grazie alla specializzazione degli allevatori.
Proprio in questo periodo storico la trasparenza in etichetta del cibo è un elemento di rilancio della nostra agricoltura – sottolinea il presidente regionale Francesco Ferreri - basti pensare al dato del 93% dei cittadini che ritiene importante conoscere l’origine degli alimenti, secondo l’indagine on line del Ministero delle Politiche agricole.
Il decreto nazionale interministeriale – specifica Coldiretti Sicilia - introduce l’indicazione obbligatoria della provenienza per le carni suine trasformate, dopo che ha avuto il nulla osta da parte della Commissione Europea, per garantire trasparenza nelle scelte ai 35 milioni di italiani che almeno ogni settimana portano in tavola salumi, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, ma anche per sostenere i 5mila allevamenti nazionali di maiali messi in ginocchio dalla pandemia e dalla concorrenza sleale.
Si tratta di una misura importante anche per fermare le speculazioni con i prezzi dei salumi in aumento del 3,5% al dettaglio mentre secondo un’analisi Coldiretti, dall’inizio della pandemia, le quotazioni dei maiali tricolori si sono quasi dimezzate e scese a poco più di un euro al chilo, mettendo a rischio le stalle e, con esse, la prestigiosa norcineria Made in Italy a partire dai 12,5 milioni di prosciutti a denominazione di origine (Dop) Parma e San Daniele prodotti in Italia.
Il decreto sui salumi prevede – spiega Coldiretti – che i produttori indichino in maniera leggibile sulle etichette le informazioni relative a: “Paese di nascita: (nome del paese di nascita degli animali); “Paese di allevamento: (nome del paese di allevamento degli animali); “Paese di macellazione: (nome del paese in cui sono stati macellati gli animali). Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati nello stesso paese, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: (nome del paese)”.
La dicitura “100% italiano” è utilizzabile dunque solo quando la carne è proveniente da suini nati, allevati, macellati e trasformati in Italia.
Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati in uno o più Stati membri dell’Unione europea o extra europea, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: UE”, “Origine: extra UE”, “Origine: Ue e extra UE”.