17 Luglio 2020
COLDIRETTI SICILIA, CON PANDEMIA STRUTTURE RICETTIVE A ZERO LIQUIDITÀ FACILI PREDE DELLA MALAVITA

Le infiltrazioni mafiose sono particolarmente preoccupanti per la filiera agroalimentare con la ristorazione che rischia un crack da 34 miliardi nel 2020 a causa della crisi economica, del crollo del turismo e del drastico ridimensionamento dei consumi fuori casa. Lo afferma Coldiretti Sicilia commentando i dati Ismea che rilevano come la malavita sia arrivata a controllare cinquemila locali con l’agroalimentare che è divenuto una delle aree prioritarie di investimento della malavita che ne comprende la strategicità in tempo di crisi perché consente di infiltrarsi in modo capillare nella società civile e condizionare la via quotidiana della persone. L'allarme contenuto nella Relazione semestrale della Dia inviata al Parlamento preoccupa soprattutto in Sicilia dove pesa la crisi di liquidità generata dall’emergenza coronavirus in molte zone dove le strutture ricettive che più vulnerabili ai ricatti e all’usura.

Negli ultimi anni anche in Sicilia – commenta la Coldiretti regionale  - sono sempre - svelano gli interessi delle organizzazioni criminali nel settore agricolo e agroalimentare in particolare nella ristorazione nelle sue diverse forme, dai franchising ai locali esclusivi, da bar e trattorie ai ristoranti di lusso e aperibar alla moda fino alle pizzerie. In questo modo - conclude – la malavita si appropria di vasti comparti dell’agroalimentare dai campi agli scaffali, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma anche compromettendo in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy.